Anche chi non segue con particolare interesse i titoli delle azioni tech avrà notato il netto aumento del valore di Apple, quotata sul NASDAQ con il ticker AAPL. L’effetto del rialzo è stato a catena, dato che tutto l’indice della borsa americana ha subito effetti positivi. La domanda che ora rimbalza da un angolo all’altro del mondo è se il colosso di Cupertino sarà in grado di raggiungere un nuovo obiettivo finanziario: quello della valutazione dei 3 trilioni di USD.
Gli investitori però sono interessati anche a un altro tipo di valutazione, che va a guardare più ai fondamentali e che mira a prevedere trend stabili per il futuro, piuttosto che il dato raggiunto in modalità snapshot.
Cosa possiamo aspettarci da Apple nei prossimi mesi/anni? L’impennata del rialzo è un indice su cui fare affidamento per le nostre strategie finanziarie oppure si tratta di un’altra bolla tech?
In effetti il settore IT, di cui Apple è uno dei massimi esponenti, ha subito diversi alti e bassi negli ultimi tempi, anche a causa delle crisi mondiali ed economiche che si sono abbattute senza sosta e a stretto giro. Le preoccupazioni dei più pessimisti possono essere riassunte guardando ai dati rappresentati nel grafico: nel giro di 2 anni, Apple è passata da un aumento dell’81% a un valore negativo del meno 27%. Anche in questo caso però, bisogna distinguere la performance del titolo dalle condizioni generali dei mercati, a cui è quasi impossibile reagire in direzione contraria.
Apple: una storia costellata di tanti successi
Gli investimenti in titoli tech sono una delle scelte che quasi ogni investitore valuta quando stabilisce la composizione del proprio portafoglio, che si tratti di investire in ETF o in azioni standard.
Partendo dai dati storici, Apple è stata fondata nel 1977 da Steve Jobs e Steve Wozniak, con il lancio di Apple I e poi di Apple II. La società è diventata pubblica nel 1980 e, nel 1984, è stato lanciato il primo dispositivo informatico che avrebbe cambiato la storia della tecnologia: il Macintosh. Gli anni a seguire hanno visto l’alternarsi di periodi di successo a fasi di crisi, durante le quali Steve Jobs ha abbandonato la società per poi rientrare, trionfante, nel 1997. Il primo iPhone, uno smartphone di fascia elevata che avrebbe marcato la differenza rispetto agli altri competitor, venne lanciato nel 2007.
Secondo Maxim Manturov, Head of Investment Advice presso Freedom Finance Europe,: “Apple è una società molto forte con un brand stabile e una clientela fedele. È anche un’azienda che produce profitti elevati con un bilancio che si dimostra solido. Questo la rende molto attraente per un gran numero di investitori. È difficile dire fino a che punto possa spingersi la valutazione di Apple. Tuttavia, vale la pena notare che Apple è già una delle aziende di maggior valore al mondo. Inoltre, la sua valutazione si basa sulle aspettative future.
Se Apple continua a far crescere la sua attività e la sua redditività, la sua valutazione potrebbe continuare a salire mentre le opportunità in settori che vanno dall’intelligenza artificiale alla realtà virtuale fino ai veicoli elettrici alimenterebbero la traiettoria della crescita futura e un prezzo obiettivo massimo di 209 $ dalle banche di investimento, con un rialzo di circa il 15% rispetto ai livelli attuali.”
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Il ruolo centrale di iPhone
Come possiamo verificare dal grafico, il prodotto di punta di Apple è l’iPhone, un dispositivo su cui la società ha investito tantissimo, al punto che in base a una statistica di soddisfazione del cliente condotta da 451 Research, il 98% degli utenti iPhone si ritiene soddisfatto del proprio acquisto. Se pensiamo anche all’intrepida attesa che si diffonde ogni volta che viene annunciato il lancio di un nuovo modello, si intuisce che sia a livello di prodotto che di marketing, Apple ha saputo dare il meglio di sé.
Come può incidere però la dipendenza così forte di Apple su un unico prodotto e soprattutto, quanto è innovativa Apple per reggere alle sfide che il mondo della tecnologia pone costantemente?
Due sono gli elementi che possono aiutarci a capirlo. Da un lato, abbiamo gli investimenti del settore tech guidati in primis dai prodotti mobile. In base alle ultime statistiche, il 27% dei guadagni dell’industria della tecnologia deriva proprio dagli smartphone, seguiti dal 22% dai dispositivi per la salute e il benessere e, al terzo posto, dagli strumenti per l’analisi dei dati. In quanto a segmento, Apple è quindi ben posizionata.
Dall’altro lato, notiamo che l’evoluzione della società di Cupertino si sta muovendo verso tre direzioni.
La prima direzione è quella collegata ai servizi a pagamento collegati all’iPhone. Parliamo quindi delle app iOS e, in generale, delle app che possono essere utilizzate tra i diversi dispositivi iOS. Anche se il volume dei guadagni non equivale l’acquisto dello smartphone, le entrate si fanno sempre più costanti e in crescita, grazie anche alla capacità di innovare di Apple e di creare un ecosistema totalmente autonomo, in grado di offrire un’esperienza di qualità che gli utenti sono disposti a pagare di più.
La seconda direzione è quella della spinta verso un altro segmento di mercato emergente: i wearables. Apple Watch e Apple iPods sono i principali prodotti che affiancano iPhone. Mentre l’iPod è stato spesso definito il killer degli MP3, gli Apple Watch stanno svelando tutta una serie di funzionalità sempre più in linea con le esigenze dei consumatori, tra tutte quelle legate alla salute e al benessere.
La terza direzione è quella della differenziazione del prezzo. Se iPhone costituisce un prodotto di alta fascia, la società produttrice ha cercato di differenziare il più possibile il livello di prezzo, cercando di ampliare il bacino dei consumatori.
Se questo è il quadro complessivo di Apple, è chiaro che siamo di fronte a una società che non ambisce solo a resistere alle difficoltà ma che intende definire essa stessa le sfide di mercato. All’investitore quindi la parola finale.
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