Uscite da un’annata stellare in borsa, dove nel corso del 2017 hanno raccolto performance davvero notevoli, le criptovalute in generale rappresentano oggi uno dei migliori investimenti sicuri disponibili per i risparmiatori e traders del Belpaese, ma anche più su larga scala una interessante prospettiva per il futuro stesso del mondo della finanza e del trading online.

Le valute digitali sono state infatti rivoluzionarie per i mercati finanziari, in quanto si tratta di un sistema libero, accessibile e pensato per tutelare i cittadini dal controllo esercitato spesso con negligenza dalle banche e dagli enti interessati. Si tratta in pratica di elaboratissimi software open source, quindi aperti a tutti e inclusivi, che sfruttano ogni nuovo computer connesso alla rete per ampliare e rendere ancora più sicura la struttura del sistema. In questo modo si migliora il protocollo di comunicazione stesso, e di conseguenza anche la rete peer-to-peer collegata. Con la moneta virtuale dunque l’unione fa la forza, e dato che da anni le quotazioni reali sono in crescita esponenziale ormai interi Paesi e Governi hanno deciso di investire ingenti capitali in questo tipo di tecnologia crittografata che prende il nome di Blockchain.

Bitcoin: l’origine di questo strumento finanziario / critpovaluta

L’origine di questo pratico strumento finanziario è tuttavia alquanto misteriosa e anonima, un tratto certamente in linea con le caratteristiche delle criptovalute stesse, ma cerchiamo di capire più a fondo la questione: il concetto di valuta digitale fu elaborato nel 1998 dal giovane ingegnere informatico Wei Dai, ma il processo pratico ebbe inizio solo nel 2008 con gli ormai noti Bitcoin. I Bitcoin sono la prima e più diffusa criptovaluta al mondo, e rappresentano secondo molte fonti autorevoli il vero e proprio futuro dei mercati finanziari.

Per comprenderlo basta pensare che la Russia ha reso noto di voler investire circa 100 milioni di dollari in Bitcoin, mentre in borsa oggi la valuta ha sfondato la soglia dei 3000 nel cambio contro l’euro, un risultato incredibile se si pensa che a gennaio lo stesso cambio era a 902. Si tratta inoltre di un sistema come già accennato aperto, completamente anonimo, libero da tasse da tasse e commissioni, globale, legale e totalmente sicuro. Tramite la tecnologia crittografata Blackchain infatti la catena di nodi della rete (ovvero tutti i singoli computer connessi al sistema) si rafforza e rassicura a ogni passaggio, mentre ogni pc controlla, convalida e reinvia i pacchetti di dati relativi alle transazioni effettuate. Si tratta dunque di un sistema autosufficiente, indipendente, anonimo e sicuro, tanto da aver suscitato l’interesse e l’attenzione dei più importanti e prestigiosi enti finanziari esistenti, oltre che alcuni tra i più noti broker internazionali come IQ Option

La domanda sorge però a questo punto spontanea: chi ha creato tutto questo?

Questo è appunto il risvolto misterioso della questione: infatti la persona (o le persone) che hanno dato luce a questo progetto hanno deciso sin dagli esordi di rimanere anonimi per proteggere la propria privacy. Viste le attuali attenzioni dedicate alla moneta virtuale la scelta è apparsa certamente saggia, ma nel corso degli anni in molti si sono chiesti chi si celi dietro lo pesudonimo di Satoshi Nakamoto, il creatore dei Bitcoin. Si dice sia giapponese ma ovviamente si tratta di voci infondate e legate principalmente al forse fuorviante nome, ma in realtà nulla è certo circa la sua identità.

Di lui possiamo unicamente ricostruire una minima cronologia legata però principalmente alla sua creatura: il protocollo originale dei Bitcoin venne infatti pubblicato online appunto nel novembre del 2008 su una mailing list di un sito di crittografia, e nel 2009 venne di fatto creata e condivisa la prima versione ufficiale del sistema. Sappiamo che fu proprio Nakamoto a lavorare sul progetto insieme a diversi programmatori e sviluppatori, ma già nel 2010 si ritirò in punta di piedi dalla imponente comunità da lui creata, questo nonostante sui mercati finanziari le prospettive fossero ottimistiche e le criptovalute fossero già considerate tra i migliori investimenti futuri. Le ultime notizie a lui relative risalgono invece al 2011, quando sempre in forma anonima dichiarò di aver intrapreso altri percorsi personali lasciando a Gavin Andresen la gestione della rete Bitcoin.

Qualche info in più su Satoshi Nakamoto

Nel corso degli anni tuttavia molte ipotesi sono state avanzate sulla sua idendità: il crittografo Michael Clear, lo sviluppatore informatico Vili Lehdonvirta o il collega Martii Malmi, il quale per qualche tempo contribuì alla creazione della rete Bitcoin. Per molto tempo si è anche creduto che Satoshi Nakamoto fosse l’imprenditore australiano Craig Steven Right, il quale costruì per diverso tempo una interessante messinscena che tuttavia alla fine venne smascherata. Ancora oggi però sui principali motori di ricerca alla figura del misterioso inventore viene soprattutto affiancata quella di un omonimo ingegnere informatico giapponese, il quale tuttavia ha sempre negato alcuna correlazione coi Bitcoin.

Il nome Satoshi in sé significa in giapponese “ragione” o “perdono”, mentre Nakamoto può assumere il significato di “sorgente centrale”, un nome quindi come già detto facilmente inventato e non corrispondente a realtà. Insomma il mistero riguardante il creatore di questo strumento rivoluzionario per il trading online sembra destinato a rimanere tale, ma in fondo non si tratta poi di un gran problema: infatti il sistema Bitcoin si regge autonomamente sulle proprie gambe grazie ai controlli crittografici i quali implementano, potenziano e ingrandiscono la rete stessa a ogni transazione. In questo senso dunque appare in fondo irrilevante chi sia il vero inventore delle criptovalute, anche se certo sarebbe storicamente interessante scoprirlo.

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