Talvolta il signoraggio viene enunciato da molti come un’attività occulta e negativa per la popolazione a vantaggio di banchieri e di pochi potenti. È davvero così? Con questo articolo spiegheremo cos’è il signoraggio oggi e cos’era nel passato.
Signoraggio nel corso della storia
Il termine signoraggio deriva dal latino medievale senioraticum, mentre la desinenza -aggio indica che il significato è legato alla parola “signore”. Che cos’è il signoraggio? Non è altro che la somma di tutti i redditi generati dall’emissione di nuova moneta.
Da questa definizione emerge che il signoraggio anticamente era applicato dalla zecca, dal momento che era questa istituzione a produrre nuovo conio. In età antica chi disponeva di metalli preziosi poteva recarsi alla zecca e trasformarli in moneta circolante con le effigie del sovrano dell’epoca. Per il lavoro svolto la zecca tratteneva una parte dei metalli preziosi. Questa pratica fu definita “diritto di zecca” e di fatto fu il signoraggio dell’epoca. Tale imposta veniva poi versata nell’erario statale.
In seguito la sovranità della moneta passò allo Stato e in quel caso si iniziarono ad utilizzare minerali estratti da miniere posseduto dallo Stato stesso. Il signoraggio divenne quindi la differenza fra il valore nominale della moneta (per intenderci quello espresso su un lato della moneta) e il valore intrinseco, che dipendeva dal valore del metallo con cui era stata coniata.
In età contemporanea il signoraggio cambiò nuovamente, dal momento che si terminò la coniazione di massa di monete con metalli preziosi per passare alla creazione di banconote. Il costo della stampa di nuove banconote è bassissimo, mentre il valore nominale può essere anche molto elevato. Per questa ragione si decise di dividere l’attività di emissione di nuova valuta da quella di governo.
Oggi il signoraggio corrisponde alla somma delle risorse ottenute dallo Stato in fase di emissione di nuove banconote.
Signoraggio oggi
Abbiamo dato la definizione di signoraggio oggi, ma cerchiamo di capire in che modo una banca centrale è in grado di generare reddito dall’emissione di nuove monete e banconote oggi.
In prima analisi potremmo dire che una banca centrale potrebbe stampare moneta a un flusso maggiore per ottenere introiti sempre maggiori. Ciò però porterebbe all’aumento dell’inflazione e di conseguenza alla diminuzione del potere d’acquisto da parte dei cittadini. Per questa ragione le banche centrali sono restie oggi ad utilizzare questo meccanismo, che negli anni ’80 e ’90 portò alla svalutazione di molte valute, tra cui la lira italiana.
Le banche centrali hanno però altri metodi per generare redditi, come per esempio le operazioni a mercato aperto. Una di queste è l’acquisto di titoli di debito dello Stato cui appartengono. Nel caso della BCE (che si rifà a più Stati) le operazioni a mercato aperto si estendono a tutti gli Stati membri.
I guadagni ottenuti dalle cedole o in generale dalle obbligazioni acquistate costituiscono una parte del reddito acquisito dalla banca centrale. Ci sono infatti altri metodi, uno è molto più classico e intuitivo.
Quando le banche commerciali prendono in prestito nuovo denaro dalla banca centrale si applica il signoraggio, ovvero una quota viene trattenuta dalla banca centrale o in alternativa la banca centrale cede titoli.
La banca centrale può inoltre fare trading e ottenere plusvalenze dalla cessione dei titoli in portafoglio qualora il valore di vendita sia superiore al valore di acquisto. È il cosiddetto capital gain.
A chi vanno i soldi generati?
Compreso il significato di signoraggio, cerchiamo di capire a chi vanno questi soldi, sebbene la risposta sia stata in un certo senso già data.
Il denaro generato dal signoraggio o in generale dalle attività delle banche centrali va inizialmente nelle banche centrali, che però ne trattiene solo una parte per pagare i costi amministrativi, come gli stipendi del personale e così via.
Nel caso della BCE, che si rifà a più Stati membri, essa versa gli introiti alle banche centrali nazionali a seconda della quota di rappresentanza, per esempio Banca d’Italia ha il 12,5%.
A questo punto il governo preleva gran parte di questi introiti dalla Banca d’Italia (anche se non completamente pubblica), ad esclusione anche qui dei costi amministrativi.
Dunque come possiamo vedere i soldi generati dal signoraggio e dalla banca centrale finiscono nelle casse dello Stato.
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