Cosa sta succedendo al prezzo del petrolio? Come si può anche vedere dai grafici riportati nel post, la settimana si sta per concludere con petrolio WTI in area 71,5 dollari al barile e greggio Brent a 76,5 dollari al barile.
La prima decade di giugno è stata molto movimentata per i prezzi e anche per chi fa trading online su questo asset.
Andiamo con ordine. Lo scorso 4 giugno l’Opec ha raggiunto un accordo per estendere i tagli alla produzione fino a fine 2023 e per tutto il 2024. Il nuovo target di produzione è stato quindi fissato a 40,4 milioni di barili al giorno. Tutto questo l’Arabia Saudita, ossia il principale produttore di petrolio al mondo, ha deciso di tagliare volontariamente la sua produzione di 500 mila barili al giorno.
Logica vorrebbe che con una offerta più bassa, i prezzi siano destinati a salire. E invece nulla di tutto questo continua ad avvenire alle quotazioni petrolifere che anzi restano molto incerte.
Perchè sta avvenendo tutto questo? Come mai i traders fanno sempre più difficoltà a capire cosa sta succedendo al prezzo del greggio?
Tanto per iniziare, e questo lo diciamo chiaramente, i tempi non sono più quelli soliti. I vecchi schemi sono saltati e quella che è in atto oggi non è una sfida tra produttori e consumatori ma una manifestazione della forte incertezza che domina sui mercati. I tassi di interesse alti è la grande variabile che tiene freddi i prezzi del greggio. Il resto passa tutto in secondo piano.
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La recessione inchioda le quotazioni petrolifere
Il rischio di recessione sta condizionando in modo crescente il prezzo del petrolio. Il ragionamento che chi fa trading online sul petrolio dovrebbe avere ben chiaro è molto semplice: se la domanda manca, allora si comprerà meno petrolio e quindi i tagli alla produzione decisi dall’OPEC+ saranno vani.
Stando all’ultimo World Economic Outlook dell’OCSE, la ripresa globale è sempre debole e quest’anno il mondo crescerà di un risicato 2,7 per cento dopo il +3,3 per cento di un anno fa. A livello geografico l’Europa crescerà dello 0,9 per cento, gli Usa dell’1,6 per cento e la Cina del 5,4 per cento ma solo se la banca centrale interverrà con stimoli monetari.
Proprio la Cina, però potrebbe offrire una sorpresa negativa. La bilancia commerciale cinese soffre con le esportazioni che sono calate del 7,5 per cento a maggio rispetto al +8,5 per cento di aprile e l’import in discesa del 4,5 per cento a maggio (-7,9 per cento ad aprile). Ovviamente è andato giù anche il surplus della bilancia commerciale che è sceso a 65,81 miliardi.
Se l’economia cinese resta fredda, anche quella globale ne soffre ed ecco che le quotazioni petrolifere restano basse.
Questo è il meccanismo che chi specula sul petrolio deve cogliere.
A proposito di investimenti, come comprare petrolio con il trading online?
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