Nelle recenti dinamiche dei mercati finanziari, una nota di positività emerge dalle utility italiane, che sembrano aver guadagnato terreno sul Ftse Mib.
In un contesto in cui l’incertezza può prevalere, queste aziende hanno dimostrato una notevole resilienza, confermando la loro forza relativa.
Indice
Utility in deciso rialzo
Ieri, sul Ftse Mib, abbiamo osservato con interesse l’andamento delle utility, tra cui spiccano ERG e Terna, che hanno registrato incrementi rispettivamente dello 0,28% e dello 0,57%.
Enel, uno dei principali attori del settore, non è rimasto indietro, mostrando un apprezzamento delle azioni Enel dello 0,73%. Italgas e Snam hanno contribuito positivamente con guadagni dell’0,88% e dell’0,92%, mentre A2A ha fatto segnare un notevole progresso dello 0,98%. Tuttavia, la vera sorpresa è stata Hera, che ha chiuso in positivo con un notevole 2,66% di incremento.
Questi risultati dimostrano una solidità intrinseca del settore delle utility, che ha saputo affrontare sfide e incertezze, emergendo concretamente dalla situazione attuale.
Un focus sulle tendenze obbligazionarie e sulla regolamentazione
Un aspetto interessante da notare è come le utility abbiano dimostrato resilienza ignorando le indicazioni provenienti dal mercato obbligazionario. Lo Spread BTP-Bund, sebbene abbia segnato un modesto incremento dello 0,11% a 196,04 punti base, è rimasto comunque sopra la parità. Nel frattempo, le vendite sui BTP hanno portato a un aumento dei tassi, con il rendimento del decennale salito dell’1,12% al 4,896%.
Un altro elemento di rilevanza che richiede attenzione è il documento di consultazione pubblicato da ARERA, l’Autorità di Regolazione per l’Energia, le Reti e l’Ambiente. Questo documento riguarda la distribuzione elettrica nel periodo 2024-2027 e tocca temi cruciali come le aggregazioni e la razionalizzazione degli assets, i contributi pubblici, la gradualità delle tariffe parametriche e la regolamentazione output-based.
In particolare, ARERA introduce incentivi significativi, fino al 40% dei costi di riferimento, rispetto al 30% precedente, per promuovere le aggregazioni. Inoltre, i criteri per l’assegnazione di tali incentivi si ampliano, coinvolgendo non solo operazioni con aziende fino a 25mila punti serviti ma anche operazioni con aziende tra 25mila e 100mila punti serviti. L’obiettivo è ridurre il numero di operatori, attualmente 113, in vista delle sfide del 2030.
Utilizzo dei Contributi Pubblici
ARERA ha in programma l’introduzione di premialità legate all’utilità degli investimenti effettuati, variando dal 5% al 13% del valore degli assets. Questo potrebbe incentivare ulteriormente gli operatori a investire in modo oculato e mirato.
Per le aziende con meno di 25mila punti di prelievo, ARERA propone una maggiore gradualità nell’applicazione delle tariffe parametriche. Questo approccio mira a sostenere le piccole e medie imprese, promuovendo una transizione più agevole nel nuovo panorama regolamentare.
Infine, per quanto riguarda la regolazione output-based, ARERA sembra orientata a semplificare i meccanismi regolatori per garantire una maggiore certezza nei rendimenti finanziari. Questo potrebbe tradursi in una riduzione delle interruzioni di servizio, una migliore qualità e maggiore trasparenza.
Il commento di Equita SIM
Gli analisti di Equita SIM vedono con favore questi correttivi volti a potenziare le aggregazioni e la razionalizzazione delle reti. Tuttavia, rimane da valutare l’impatto di eventuali modifiche alla regolazione output-based sulle società del settore, tra cui Enel, Iren, A2A, Acea ed Hera, che potrebbero essere più esposte a tali cambiamenti.
Come vediamo, il settore delle utility in Italia sta affrontando le sfide con determinazione, dimostrando resilienza e adattabilità. La regolamentazione proposta da ARERA sembra puntare a stimolare investimenti e consolidamenti, preparando il terreno per un futuro più solido e sostenibile per l’industria delle utility nel paese.
Bisogna ora capire in che modo queste dinamiche influenzeranno il panorama competitivo e gli investimenti nel settore, ma una cosa è chiara: le utility italiane stanno dimostrando di avere le carte in regola per affrontare il futuro con fiducia.
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